Mobilità, sostenibilità e recupero degli spazi urbani.
Sono queste le parole d’ordine per il futuro del nostro Paese nell’obbiettivo comune: rigenerazione urbana.
La parola, nonostante molti pensino sia solo derivato dall’attuale necessità di rispondere all’emergenza climatica, trova la sua origine in Inghilterra, durante l’Età Vittoriana. È proprio in questo periodo, nel corso del 1800, che il governo inglese pensò per primo a un modo efficace per contrastare lo stato fatiscente delle città, afflitte dal lato negativo dell’industrializzazione.
Oggi parlare di rigenerazione urbana è una necessità prioritaria e non si tratta di una semplice moda passeggera. Il bisogno di ammodernare gli spazi urbani, recuperare strutture fatiscenti e in disuso, così come rispondere alle sempre più stringenti esigenze dateci dalla richiesta crescente di mobilità è più vivo che mai e grazie a fondi internazionali, come quelli dati dal PNRR, la trasformazione urbana può essere finalmente possibile.
Cercando una definizione tecnica al termine “rigenerazione urbana”, potremmo definirla come un insieme di interventi atti al recupero e alla riqualificazione di uno spazio urbano. Un processo che strizza indubbiamente l’occhio al benessere dei cittadini e, ovviamente, anche all’ambiente, permettendo di risparmiare migliaia di chilometri quadrati di suolo che altrimenti andrebbero perduti tra cemento e asfalto.
L’obiettivo finale di questo processo potrebbe essere facilmente riassunto nella realizzazione di città ecocompatibili e a misura d’uomo, in grado di “far respirare l’ambiente” e, di conseguenza, noi stessi, attraverso un’edilizia sostenibile.
I dati raccolti da Confindustria e pubblicati dal Sole24Ore ci dicono che sono gli stessi cittadini a chiedere a gran voce un miglioramento del tessuto urbano, delle infrastrutture dedicate alla mobilità e degli spazi abbandonati dei centri urbani. L’88% dei partecipanti al sondaggio realizzato vede la rigenerazione urbana come una priorità per raggiungere una trasformazione radicale dell’ambiente urbano.
Questo tipo di processi richiede però un’attenta pianificazione da parte delle istituzioni comunali, provinciali e regionali e non è percorribile in autonomia dai privati. Spesso, infatti, si criticano le nuove costruzioni delle imprese private perché si vorrebbero spazi verdi e nuovi ambienti urbani ma non si comprende che le scelte di pianificazione spettano all’amministrazione e non al privato. Se la pianificazione territoriale prevede nuove costruzioni, esse poi sono realizzate dalle imprese.
Ci vorrebbe quindi un nuovo “progetto” di città in cui si rivedano gli spazi urbani e si prevedano ampie zone in cui demolire e ricostruire senza più consumare suolo.
Solo dopo questo passaggio istituzionale può entrare in gioco il privato con la realizzazione di strutture efficienti dal punto di vista energetico che completano il quadro della rigenerazione urbana. È qui che entra in gioco l’importanza imprescindibile dell’utilizzo materiali ecocompatibili, di tecnologie avanzate negli impianti, di energia rinnovabile.
Tali costruzioni dovrebbero seguire rigorosi standard costruttivi e controlli stringenti per assicurare al cliente la certezza di quale immobile sarà la sua casa per la sua vita. Gli standard certificativi di respiro europeo, attenti sia all’efficienza energetica che alla sostenibilità, sono necessari in questo processo. Tra essi spicca la Certificazione CasaClima, rilasciata dall’agenzia CasaClima di Bolzano, ente pubblico di proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano.
E’ proprio con questi obiettivi comuni che ogni realizzazione della Saggini Costruzioni viene pensata, progettata e realizzata. Non solo efficienza, non solo materiali sostenibili ma, in generale, alla qualità dell’abitare: attento uso degli spazi comuni, orientamento giusto dell’edificio, presenza di verde e riqualificazione dell’ambiente circostante.
